Cose Miste

Inspiring Quotes

The classics can console. But not enough.
— Derek Walcott

Ho cercato una risposta ad una domanda difficile:

PER FACILITARE L’USCITA DALLA CRISI, SU QUALI ELEMENTI LA FORMAZIONE DEVE INVESTIRE?

Nei momenti difficili della mia vita, queste parole tornano, le leggo come se le leggessi per la prima volta. Ed ecco che queste parole arrivano anche qui, si legano alla parola crisi e cercano una risposta.


“The classics can console”.

Ancora una volta, la mia formazione personale mi spinge a pensare che, per uscire dalla crisi, oggi sia necessario iniziare dall’analisi del proprio passato, cercare una prima chiave nei modelli, nel terreno fertile della conoscenza, in ciò che ogni azienda ha nel suo patrimonio genetico.

Tutto ciò perché le organizzazioni sono luoghi umani, ricchi di storia, di tradizioni, di ritualità ripetuta e di simboli, da leggere come diverse unità stratigrafiche sovrapposte e indissolubilmente legate tra loro. Come nella storia antica, inoltre, anche le aziende vivono nel tempo e, nelle molte evoluzioni, possono presentare periodi molto diversi tra loro, come accade per le civiltà del passato. Fa la differenza, oggi, per chi fa formazione, leggere ogni singolo strato del passato, per meglio orientarsi nel presente aziendale, comprendendone fino in fondo le radici.


“But not enough”.

Per il presente, il lavoro della formazione è di elaborare il passato, saperlo raccontare nello spazio sospeso delle aule, innestando sul passato le idee nuove, che spesso sono conoscenza ancora tacita in azienda. La formazione oggi deve investire lavorando sul creare occasioni per questo spazio, proteggendo il tempo necessario per farlo. Aule, aule e ancora aule, dove l’investimento maggiore è il costo del tempo e dello spazio necessario alle persone per pensare.

Grazie, Derek, ancora una volta!

Inspiring Places

La cucina come luogo di collaborazione, di incontro tra leadership e condivisione, un progetto bello, fresco, in giro per le sedi italiane di una azienda con cui lavoro dal 2008.

Gli spazi incantevoli di Foodlab a Torino, la cura per i dettagli.

Ed una frase di Gualtiero Marchesi, dipinta a mano su un piatto, offre lo spunto per iniziare a chiacchierare dei temi del giorno dopo, ma nel tempo morbido di questa sera di primavera, con le luci degli interni che incontrano il buio del cortile.

Una voce fuori dal coro

Sono cresciuta leggendo, tra mille altre cose, moltissime tragedie greche, nelle quali la voce ed il punto di vista del coro aggiungono informazioni importantissime sull'intreccio, moltiplicando emozioni e punti di vista. Mi sono però spesso innamorata del ruolo del corifeo, che si esibiva in piena autonomia, rivoluzionando o ampliando quanto detto dai coreuti.

Ho studiato in una facoltà in cui il silenzio e il lavoro individuale erano considerati un valore. E sono infine stata catapultata nel mondo del management, del business e degli MBA, in cui il team working è enfatizzato in ogni singolo capitolo dei libri del settore.

Oggi anche io in aula spesso parlo di lavoro di gruppo, cercando però di mantenere saldi il senso e l'importanza, in alcuni casi ed in alcuni contesti, del lavoro individuale.

Leggo perciò con infinito piacere un articolo dell'ultimo numero italiano della Harward Business Review, dove si riporta l'intervista a J. Richard Hackman, Professore di Psicologia Sociale ed Organizzativa ad Harvard, sul tema delle condizioni di efficacia dei gruppi di lavoro.

Hackman è un po' un moderno corifeo, per la sua visione decisamente controcorrente del lavoro in team, o, per lo meno, per il fatto che non accetti a priori l'idea secondo cui lavorare in team renda tutti più produttivi, più creativi e, in definitiva, più felici e motivati.

Quali sono, allora, le condizioni per fare in modo che un team esprima il suo potenziale? E quali gli errori e le false credenze da evitare?

Leggerlo attraverso le belle parole di un autore serio, lucido ed appassionato come Hackman è un regalo per l'anno nuovo.

"Per progettare bene serve leggere tanto"

Cosi mi diceva sempre il mio migliore maestro. Ed in questi giorni malinconici di fine agosto in cui bisogna pensare e progettare per l'anno prossimo, io vado in montagna per il weekend ed in valigia metto fogli bianchi e libri belli.

[...] sugli alberi noi trascorrevamo ore e ore, e non per motivi utilitari come fanno tanti ragazzi, che ci salgono solo per cercar frutta o nidi d'uccelli, ma per il piacere di superare difficili bugne del tronco e inforcature, e arrivare più in alto che si poteva, e trovare bei posti dove fermarci a guardare il mondo laggiù [...]

(Italo Calvino, Il barone rampante)

Post-it creativi

Mi immagino già  case, aule, uffici e libri che sorridono. Non si può resistere a questi post-it bellissimi, vincitori a New York del Designboom Art.

Io ho già  dilapidato un patrimonio in cassette di frutta e foglie! :)

Come fioriscono i ciliegi

Tra marzo ed aprile, in Giappone, si festeggia la fioritura dei ciliegi, uno spettacolo meraviglioso e poetico, il cui nome è sakura, come la canzone popolare composta durante il periodo Edo per i bambini, ancora oggi una delle più popolari della tradizione giapponese. Oggi il Giappone mi parla così, e non solo di Lean Organization o di modelli organizzativi e gestionali del mondo Toyota.

Petali ovunque, occhi spalancati e vento leggero per ricoprire ogni cosa. Non cesserà mai di stupirmi, la complessità e la dicotomia umana. Ed oggi, pensando alla fioritura dei ciliegi, ho voglia di iniziare un'aula così, con la mente stupita da questo popolo che vive tra delicatissimi fiori rosa e pianificazioni rigidissime.

Buona fioritura dal mio Albero! :)

hanami

Sakura

Fior di ciliegio, fior di ciliegio Sulle colline e laggiù Fin dove puoi vedere È nebbia o nuvola? Profumato nel sole del mattino

Fior di ciliegio, fior di ciliegio In pieno boccio Fior di ciliegio, fior di ciliegio Per il cielo di primavera Fin dove puoi vedere È nebbia o nuvola? Profumato nell'aria Vieni, vieni! Andiamo a vedere!

Le ultime foglie

Con l'inizio di novembre, penso sempre che, al di là del solstizio, inizi ufficiosamente l'inverno. E lo penso ancora di più da quando a Milano abito in un viale alberato, perché davvero, in questi giorni, gli alberi stanno lasciando andare tutte le foglie. Ed ecco che oggi, apro internet per leggere le notizie, ed una delle prime cose che trovo è questa vignetta. Forse è vero che c'è una striscia giusta per tutti, sempre, con i Peanuts. :)

ultimafoglia

Quest'anno, poi, novembre ha un significato un po' speciale, perché con ottobre si è concluso uno dei progetti più belli della mia vita, e, lasciando andare le ultime "foglie" di attività, e chiudendo gli ultimi file, anche io ho in fondo "spento la luce" della mia stanza di progetto.

Buon novembre, buon inverno, buoni progetti a tutti e buon inizio di nuove foglie!

The Halloween guide to killing zombie projects

halloween

Che paura questi progetti...

Mi fa troppo ridere questo articolo, così la mia anima di project manager sempre un po' bimba non ha resistito... :)

There’s nothing worse than working on a project you know is dead. Somehow this project is still walking around but doesn’t realise it should be lying peacefully in a grave with a very heavy stone slab on top. Here’s our handy guide to spot and kill a zombie project.

Traits of a zombie project

Mobile but technically dead: Zombie projects look like they’re just a little slow, as they stagger along with a vaguely triangular skeleton of schedule, scope and budget. All its benefits appear to have decayed.

Lust for brains: A lot of resources have been thrown at this project and its hunger for people has been insatiable. Either the zombie project gobbles up the people or the people start to turn on the project, plotting ways to kill it. If you keep losing people to a project, it may be a zombie project!

Non-communicative, groaning and howling instead of speaking: All rational communication has been lost in the project. If the project sponsors, team and stakeholders can do nothing but lament, you may have a member of the undead on your hands.

How to kill a zombie project

Starve it of resources: Without resources, zombie projects will die a natural death. Redeploy your juicy, juicy brains—er, I mean people—to other more worthy projects and siphon off the budget. While this is the most passive way you can kill a zombie project, be warned that it is the least permanent as it leaves the possibility of the corpse being reanimated.

Decapitate it: Aim for the head and decapitate the zombie project with a fully loaded business case. You’ll also find that if you flaunt your business case at every opportunity, stakeholders tend not to argue with you about the now-truly-deceased zombie project.

Find and stop the zombie master: Understand why the zombie project is still alive: there’s always a ‘zombie master’. Identify the master—it may be a project sponsor or external stakeholder—and find out why s/he is keeping the project going. It may be related to personal KPIs or even ego.

Many thanks to Ian Sharpe and Michael Hickey for their zombie-killing advice.

Il mio primo albero

Ogni tanto mi trovo a curiosare tra i miei disegni di bimba, ed ogni volta che guardo il disegno del mio primo albero, penso a quanto sia sempre stato importante, per me, disegnare alberi. E, subito dopo, rido da sola leggendo la didascalia: "Posto per mettere le dita". Ero precisetta, buffa al cubo! O solo spaventata dalle continue dita sporche di terra che i miei cuginetti lasciavano sui miei disegni? :)

primo-albero

50 cose da fare prima dei dodici anni

Oggi quindi il National Trust ha lanciato la campagna «50 cose da fare prima di avere 11 anni e tre quarti», che suggerisce una lista di giochi ed esperienze da fare all’aria aperta, e propone una sorta di sfida ai bambini perché li esauriscano tutti! 1. Arrampicarsi su un albero 2. Rotolare giù da una grande collina 3. Accamparsi all’aperto 4. Costruire un rifugio 5. Far rimbalzare i sassi sull’acqua 6. Correre sotto la pioggia 7. Far volare un aquilone 8. Pescare con il retino 9. Mangiare una mela appena colta dall’albero 10. Giocare a conker, un gioco tradizionale inglese in cui un partecipante munito di una castagna attaccata a uno spago cerca di staccare dal filo o far cadere la castagna dell’avversario 11. Lanciare palle di neve 12. Partecipare a una caccia al tesoro sulla spiaggia 13. Fare una torta di fango 14. Costruire una diga su un ruscello 15. Andare sullo slittino 16. Seppellire qualcuno sotto la sabbia 17. Organizzare una gara di lumache 18. Stare in equilibrio su un albero caduto 19. Dondolarsi da una corda 20. Giocare a scivolare nel fango 21. Mangiare more raccolte dai rovi 22. Guardare dentro un albero 23. Esplorare un’isola 24. Correre a braccia aperte facendo l’aeroplano 25. Fischiare usando un filo d’erba 26. Andare in cerca di fossili e ossa 27. Guardare l’alba 28. Scalare un’enorme collina 29. Visitare una cascata 30. Dar da mangiare a un uccello dalla mano 31. Andare a caccia di insetti 32. Cercare uova di rana 33. Catturare una farfalla con il retino 34. Inseguire animali selvatici 35. Scoprire cosa c’è in uno stagno 36. Richiamare un gufo imitando il suo verso 37. Osservare le strane creature tra le rocce di un lago 38. Allevare una farfalla 39. Dare la caccia a un granchio 40. Fare una passeggiata nel bosco di notte 41. Piantare qualcosa, coltivarla e mangiarla 42. Nuotare in mare, in un fiume, insomma, non in piscina 43. Fare rafting 44. Accendere un fuoco senza fiammiferi 45. Trovare la strada servendosi solo di mappa e bussola 46. Arrampicarsi sui massi 47. Cucinare in campeggio 48. Fare discesa in corda doppia 49. Giocare ad una Caccia al tesoro con il GPS 50. Andare in canoa su un fiume

Mi sembrano dei bellissimi "progetti", per la mia Viola, allegra e temeraria, e con una mamma innamorata degli alberi! Chissà quanti di questi punti, dopo l'estate, potrò "spuntare" per lei! :)

E' il mese del mio compleanno!

E questa poesia mi rappresenta tantissimo in questo momento in cui non ho desideri materiali, ma solo voglia di tempo e di emozioni.

Io non ho bisogno di denaro ho bisogno di sentimenti di parole di parole scelte sapientemente di fiori detti pensieri di rose dette presenze di sogni che abitino gli alberi di canzoni che facciano danzare le statue di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia questa magia che brucia la pesantezza delle parole che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

(Alda Merini)

Kids Day

Maggio è il mese in cui una importante multinazionale, a cui ormai voglio decisamente bene, dedica un giorno intero ai bimbi di tutti i dipendenti, facendoli entrare negli uffici, lasciandoli giocare nella sala riunioni più bella, liberando una creatività ed un entusiasmo che non possono che fare del bene a tutti! Ecco un lavoro, fatto dalla bimba di una dipendente, con alcuni pezzi di stoffa che sono un po' la storia del brand, che trovo non solo bellissimo, ma molto "intonato" al mio blog dedicato ai progetti ed agli alberi!

albero

A day for the Righteous!

giusti

I Giusti hanno salvato l’onore dell’Europa ai tempi della Shoah: in un’epoca dominata dagli ignavi e dagli assassini, ci hanno permesso di non disperare dell’umanità, perché non hanno esitato a rischiare la vita per salvare altri esseri umani. In Francia, in Italia, in Polonia, nella stessa Germania, dovunque in Europa ci sono stati uomini e donne che hanno nascosto, protetto, sottratto migliaia di ebrei alla furia nazista.

I Giusti hanno agito anche in altre situazioni, opponendosi al genocidio armeno, aiutando le vittime in Rwanda, in Cambogia o durante la pulizia etnica in ex-Jugoslavia.

I Giusti sono anche gli uomini e le donne che hanno difeso la dignità e la libertà nei regimi totalitari, che hanno denunciato il gulag e che, con il loro coraggio, hanno permesso la riunificazione dell’Europa.

Tali esempi possiedono un valore universale, ci ricordano incessantemente gli atti di queste persone, ci esortano a coltivare la loro eredità e la loro convinta opposizione a ogni forma di razzismo e di discriminazione su basi etniche, sociali, politiche e religiose.

L’azione di questi Giusti si erge a monito contro le persecuzioni e per la prevenzione dei genocidi in tutto il mondo.

Nella realtà violenta che ci circonda, ricordare l’azione dei Giusti, rendere omaggio al Bene, mostrare che ogni individuo, per quanto umile, può compiere il gesto che salva un altro essere umano, ha un immenso valore educativo per i giovani d’oggi! Per queste ragioni facciamo appello all’Unione Europea e al Consiglio d’Europa affinché istituiscano una giornata dedicata alla memoria dei Giusti. I PROMOTORI MAREK HALTER, Scrittore e attivista per i diritti umani, PIETRO KUCIUKIAN, Console onorario d’Armenia in Italia e GABRIELE NISSIM, Storico, saggista e Presidente di Gariwo, la foresta dei Giusti