Aiuto! C'è un formatore in azienda?

C'era una volta una ragazzina che leggeva le strisce di Mafalda ed aveva il desiderio di fare un lavoro che cambiasse il mondo, o almeno il mondo intorno a lei. Che fosse cruciale per il destino di qualcuno. Che fosse un destino. Intanto però studiava la sinestesia ed il greco antico, e poi il sanscrito, il copto e tante altre cose astratte e bellissime. Negli anni la ragazzina è diventata la persona che sono oggi, che spesso pensa che, anche se solo in parte, in piccolissima parte, fare formazione può avvicinarsi a quella Idea. Perché, a volte, i manager perplessi a fine giornata mi sorridono, e gli operai delle supply chain mi invitano a bere la birra con loro. Ed i chirurghi mi aspettano fuori dall'aula per farmi visitare la sala operatoria e spiegarmi cosa significa il loro lavoro. E mi scrivono dopo anni per dirmi che si ricordano di me. E gli executives si sciolgono. Ed i fisici mi dicono che governo la complessità. Ma. Ci sono sempre dei giorni in cui mi chiedo se il mio lavoro sia davvero utile, e soffro di non aver mai visto nessuno, in un ristorante, alzarsi ed urlare "Aiuto, c'è un formatore in sala?", come può accadere ad un medico. Ma poi. Arriva un bel giorno di marzo, ed io faccio un corso che tratta di leadership ma anche di motivazione delle persone, e racconto ai partecipanti questo mio dubbio, per spiegare come la motivazione sia qualcosa di delicato, prezioso, da costruire ogni giorno, e che tutti ogni tanto abbiamo qualche domanda da farci. Viene, infine, il momento della chiusura del corso, e, proprio quando sono là, alle ultime battute, si apre la porta e una signora con i capelli rossi entra correndo e dice: "Aiuto! C'è un formatore in azienda?" Le persone in aula sorridono, ed hanno l'espressione che avrebbe il Genio della lampada se questa fosse una favola. Ed io penso che loro sì che hanno capito cos'è l'empatia, e cosa sono le leve motivazionali, e cosa significa aver cura degli altri. E mi commuovo come non mi succedeva da anni, e penso che il mio lavoro è davvero bellissimo, e che, almeno il mio, di mondo, lo cambia ogni giorno.