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Virtual Teams

Il concetto ed il significato di gruppo di lavoro è cambiato, assecondando e seguendo i cambiamenti delle organizzazioni, gli assetti strutturali e le modalità di lavoro e di interrelazione. La tecnologia che supporta queste nuove tipologie di team spesso è all'altezza, ma non sempre è del tutto utilizzata ed accompagnata da un altrettanto sforzo di cambiamento culturale, che fisiologicamente ha tempi e modalità diversi per attuarsi con successo.

Come lavorare, dunque, in questo ambiente diverso? E come far collaborare, quindi, le persone che lavorano nei nuovi team?

Una bella idea è quella di usare, con creatività, tutte le possibilità offerte dal web 2.0. Un esempio? JustWrite! Io lo trovo fantastico come project work per i gruppi virtuali...

Qui costruiamo, insieme, un collage: tanti spaccati di un unico racconto scritto in momenti diversi, da persone diverse, con idee diverse.

Un'idea semplice, immediata e divertente: un racconto, non ancora scritto che va a formarsi attraverso i contributi degli utenti che, uno dopo l'altro, sviluppano la trama.

Qualcuno lo comincerà, molti lo continueranno e, forse, qualcuno riuscirà a concluderlo. Questa storia è di tutti e per tutti, senza pretese, senza barriere, senza pregiudizi e senza peli sulla lingua.

(tratto dal sito http://justwrite.keydes.com)

Penne in spalla, si parte! :)

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Una lezione di statistica

Chi mi conosce sa che, prima o poi, avrei trovato il modo per infilare la letteratura anche nel seriosissimo modulo di statistica del Project Quality Management! Ma che sarebbe stato qualcosa di così divertente non me lo sarei aspettata nemmeno io! :)

Sai ched'è la statistica? È na' cosa che serve pe fà un conto in generale de la gente che nasce, che sta male, che more, che va in carcere e che spósa.

Ma pè me la statistica curiosa è dove c'entra la percentuale, pè via che, lì,la media è sempre eguale puro co' la persona bisognosa.

Me spiego: da li conti che se fanno seconno le statistiche d'adesso risurta che te tocca un pollo all'anno:

e, se nun entra nelle spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perch'è c'è un antro che ne magna due.

(Trilussa, La statistica)

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Time Management alternativo!

Su una rivista scientifica di qualche giorno fa, ho trovato un articolo piuttosto affascinante sulla percezione del trascorrere del tempo. Pascal Wallish, l'autore dell'articolo, illustra quanto il nostro senso del tempo sia a volte fallace, e come la percezione del suo trascorrere non possa che essere imprecisa.

[...] E' possibile che non si arrivi mai a sapere davvero per quale motivo l'evoluzione ci abbia dotato di molti sensi altamente affidabili, vere e proprie meraviglie di ingegneria neurale, per poi lasciarci un senso del tempo così suscettibile alle distorsioni.

Ma anche se le spiegazioni evolutive sono spesso speculative, voglio proporre una possibile ragione. Ogni secondo che passa è una risorsa finita di opportunità nella vita di un organismo. Se per sopravvirere devo raccogliere cibo, e trascorro ore intere senza mettere insieme qualcosa per la cena, il lento passaggio dei momenti di noia mi spingerà a darmi da fare. D'altra parte, se troverò cibo disponibile ovunque, le ore passeranno rapide, e continuerà allegramente a riempire il mio sacco. E' plausibile che questo senso del tempo elastico aiuti gli animali a gestire le loro attività meglio di quanto potrebbe fare un senso più esatto.

E' un'ipotesi su cui potreste aver voglia di riflettere, la prossima volta che avrete un po' di tempo da perdere. [...]

Che sia questa la migliore strategia di gestione del tempo? Ha ragione Wallish: vale la pena rifletterci.

E, mentre rifletto, pubblico la foto di un cartello aziendale che mi ha molto divertito, e che ho sempre pensato di inserire, prima o poi, in un post sul Time Management, pensando a tutti noi che corriamo ogni istante! La foto è stata fatta in un reparto produttivo di una importante multinazionale, nel settembre del 2009... anche se, per l'aria demodé potrebbe benissimo trattarsi di qualche decennio fa!

time management

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Il nostro iceberg si sta sciogliendo!

E' ormai da un po' di tempo che nei miei corsi di Change Management utilizzo il modello di John Kotter, docente della Harvard Business School e grande studioso di cambiamento organizzativo. In particolare, mi piace iniziare leggendo un brano o due del suo libro "Il nostro iceberg si sta sciogliendo", una favola che fa sua la storia di una colonia di pinguini per costruire una bellissima metafora, davvero molto attuale nel mondo del management. I personaggi del racconto - Fred, Alice, Louis, Buddy, il Professore e NoNo - sono molto simili alle persone con cui entriamo in contatto quotidianamente, persino a noi stessi.

La loro è una storia vera di resistenza al cambiamento e di gesti eroici, di confusione e di intuizione, di ostacoli quasi insormontabili e di tattiche ingegnose per affrontarli.

Spesso mi chiedono il perché della scelta dei pinguini. A me piace rispondere ricordando che questa specie di uccelli straordinari ha un percorso evolutivo difficile ed emblematico, unico e coraggioso, all'interno di un ambiente freddo e ostile. La forma e le dimensioni sproporzionate del corpo dei pinguini sono il frutto della necessità e dell'evoluzione, il simbolo della sfida raccolta e vinta, per risparmiare energie e calore. Ma non solo. I pinguini sono uccelli che hanno imparato a nuotare, agili e veloci. I pinguini sono uccelli che hanno imparato a marciare per lunghissimi tratti, in una lotta contro il tempo e lo spazio, per non morire quando le condizioni climatiche portano allo scioglimento del loro iceberg.

Non ho mai avuto dubbi sul valore della metafora di John Kotter, ma quale sorpresa, oggi, nel leggere che i cari pinguini sono ancora una volta in ballo con un ambiente instabile...

pinguini in pericolo

Come faccio a spedire ai pinguini di Magellano una copia del libro dei loro "parenti" dell'Antartide? :)

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Tempo di studio

Quando ero sotto esame gli appunti sui miei libri si infittivano e così sembra succedere anche ai miei bravi allievi. Buono studio!

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Una lezione 'sui generis'

Buon ritorno a tutti, con una poesia di Jacques Prevert che sembra scritta per il mio logo! :)

Anzitutto dipingere una gabbia con la porticina aperta dipingere quindi qualcosa di grazioso qualcosa di semplice qualcosa di bello qualcosa di utile per l'uccello appoggiare poi il quadro ad un albero in un giardino in un bosco o in una foresta nascondersi dietro l'albero silenziosi immobili. A volte l'uccello arriva presto ma può anche impiegare degli anni prima di decidersi. Non scoraggiarsi attendere attendere se è il caso per anni la rapidità o la lentezza dell'arrivo non ha nessun rapporto con la riuscita del quadro. Quando l'uccello arriva se arriva osservare il più profondo silenzio aspettare che l'uccello entri nella gabbia e quando è entrato chiudere dolcemente la porta col pennello poi cancellare una dopo l'altra tutte le sbarre avendo cura di non toccare nessuna piuma dell'uccello. Fare quindi il ritratto dell'albero scegliendo il ramo più bello per l'uccello dipingere anche il verde fogliame e la frescura del vento il pulviscolo del sole e il fruscio delle bestie dell'erba nella calura estiva e poi aspettare che l'uccello si decida a cantare.

(Jacques Prevert, Per fare il ritratto di un uccello)

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Speech Support

Ho scoperto il lavoro e la professionalità  di Arianna Ruffinengo, che, attraverso le sue Comix & Videocomix (vignette e appunti in diretta), traduce in diretta in appunti colorati le parole della presentazione, immediatamente proiettate sullo schermo per sottolineare in modo simpatico e davvero efficace i punti chiave degli argomenti affrontati. Come farne a meno?! :-)

comix

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Come far felice un formatore!

Lezione 1: Accogliere il formatore in un'aula dotata di un così bel "kit da lavagna"

(ho dovuto far forza su me stessa per non fare i saltelli di gioia e non iniziare a giocare con le calamite!)

kit-lavagna

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Consigli di lettura

Ecco un altro libro da leggere, magari in pausa pranzo in un bel parco! Squirell Inc., azienda leader nel settore della conservazione delle noci, è giunta a un punto critico della sua vita: il mercato si va restringendo sempre di più, e i numeri dicono che ben presto l'impresa si troverà in cattive acque.

Diana, giovane manager rampante, ha l'idea giusta: bisogna offrire ai clienti nuovi servizi, ma per farlo è necessario cambiare profondamente la cultura aziendale.

Come riuscire, allora, a convincere il CEO e il comitato direttivo che bisogna cambiare per tempo, prima di arrivare a un punto di non ritorno? E, soprattutto, come diventare leader di tale trasformazione?

Per raggiungere i propri obiettivi Diana sceglie la strada della narrazione: raccontare storie si rivela presto uno strumento potente, grazie al quale rafforzare la propria leadership, promuovere il cambiamento, diffondere la cultura e condividere la mission dell'azienda.

I rami di Albero dei Progetti sono pronti ad accogliere gli scoiattoli di Squirrel Inc.! :-)

Stephen Denning, Scoiattoli SpA: storie di noci e di leadership, Etas.

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Un regalo dal web

Questo è un video che parla di talento, di emozioni, e di cose che si costruiscono con cura e che mutano continuamente, per piccoli passaggi intermedi. L'artista, Ilana Yahav, è strabiliante, nelle sue capacità e nel progetto che porta avanti, ed usa semplicemente le sue mani, la sabbia ed una superficie a specchio. Nella prossima aula sul tema della gestione del cambiamento che ognuno oggi deve affrontare in azienda, avrò un altro strumento nella mia borsa da formatore, e non vedo davvero l'ora di spegnere le luci ed iniziare.

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Aiuto! C'è un formatore in azienda?

C'era una volta una ragazzina che leggeva le strisce di Mafalda ed aveva il desiderio di fare un lavoro che cambiasse il mondo, o almeno il mondo intorno a lei. Che fosse cruciale per il destino di qualcuno. Che fosse un destino. Intanto però studiava la sinestesia ed il greco antico, e poi il sanscrito, il copto e tante altre cose astratte e bellissime. Negli anni la ragazzina è diventata la persona che sono oggi, che spesso pensa che, anche se solo in parte, in piccolissima parte, fare formazione può avvicinarsi a quella Idea. Perché, a volte, i manager perplessi a fine giornata mi sorridono, e gli operai delle supply chain mi invitano a bere la birra con loro. Ed i chirurghi mi aspettano fuori dall'aula per farmi visitare la sala operatoria e spiegarmi cosa significa il loro lavoro. E mi scrivono dopo anni per dirmi che si ricordano di me. E gli executives si sciolgono. Ed i fisici mi dicono che governo la complessità. Ma. Ci sono sempre dei giorni in cui mi chiedo se il mio lavoro sia davvero utile, e soffro di non aver mai visto nessuno, in un ristorante, alzarsi ed urlare "Aiuto, c'è un formatore in sala?", come può accadere ad un medico. Ma poi. Arriva un bel giorno di marzo, ed io faccio un corso che tratta di leadership ma anche di motivazione delle persone, e racconto ai partecipanti questo mio dubbio, per spiegare come la motivazione sia qualcosa di delicato, prezioso, da costruire ogni giorno, e che tutti ogni tanto abbiamo qualche domanda da farci. Viene, infine, il momento della chiusura del corso, e, proprio quando sono là, alle ultime battute, si apre la porta e una signora con i capelli rossi entra correndo e dice: "Aiuto! C'è un formatore in azienda?" Le persone in aula sorridono, ed hanno l'espressione che avrebbe il Genio della lampada se questa fosse una favola. Ed io penso che loro sì che hanno capito cos'è l'empatia, e cosa sono le leve motivazionali, e cosa significa aver cura degli altri. E mi commuovo come non mi succedeva da anni, e penso che il mio lavoro è davvero bellissimo, e che, almeno il mio, di mondo, lo cambia ogni giorno.

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