Cose Miste, Storie di alberi admin Cose Miste, Storie di alberi admin

Il mio primo albero

Ogni tanto mi trovo a curiosare tra i miei disegni di bimba, ed ogni volta che guardo il disegno del mio primo albero, penso a quanto sia sempre stato importante, per me, disegnare alberi. E, subito dopo, rido da sola leggendo la didascalia: "Posto per mettere le dita". Ero precisetta, buffa al cubo! O solo spaventata dalle continue dita sporche di terra che i miei cuginetti lasciavano sui miei disegni? :)

primo-albero

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50 cose da fare prima dei dodici anni

Oggi quindi il National Trust ha lanciato la campagna «50 cose da fare prima di avere 11 anni e tre quarti», che suggerisce una lista di giochi ed esperienze da fare all’aria aperta, e propone una sorta di sfida ai bambini perché li esauriscano tutti! 1. Arrampicarsi su un albero 2. Rotolare giù da una grande collina 3. Accamparsi all’aperto 4. Costruire un rifugio 5. Far rimbalzare i sassi sull’acqua 6. Correre sotto la pioggia 7. Far volare un aquilone 8. Pescare con il retino 9. Mangiare una mela appena colta dall’albero 10. Giocare a conker, un gioco tradizionale inglese in cui un partecipante munito di una castagna attaccata a uno spago cerca di staccare dal filo o far cadere la castagna dell’avversario 11. Lanciare palle di neve 12. Partecipare a una caccia al tesoro sulla spiaggia 13. Fare una torta di fango 14. Costruire una diga su un ruscello 15. Andare sullo slittino 16. Seppellire qualcuno sotto la sabbia 17. Organizzare una gara di lumache 18. Stare in equilibrio su un albero caduto 19. Dondolarsi da una corda 20. Giocare a scivolare nel fango 21. Mangiare more raccolte dai rovi 22. Guardare dentro un albero 23. Esplorare un’isola 24. Correre a braccia aperte facendo l’aeroplano 25. Fischiare usando un filo d’erba 26. Andare in cerca di fossili e ossa 27. Guardare l’alba 28. Scalare un’enorme collina 29. Visitare una cascata 30. Dar da mangiare a un uccello dalla mano 31. Andare a caccia di insetti 32. Cercare uova di rana 33. Catturare una farfalla con il retino 34. Inseguire animali selvatici 35. Scoprire cosa c’è in uno stagno 36. Richiamare un gufo imitando il suo verso 37. Osservare le strane creature tra le rocce di un lago 38. Allevare una farfalla 39. Dare la caccia a un granchio 40. Fare una passeggiata nel bosco di notte 41. Piantare qualcosa, coltivarla e mangiarla 42. Nuotare in mare, in un fiume, insomma, non in piscina 43. Fare rafting 44. Accendere un fuoco senza fiammiferi 45. Trovare la strada servendosi solo di mappa e bussola 46. Arrampicarsi sui massi 47. Cucinare in campeggio 48. Fare discesa in corda doppia 49. Giocare ad una Caccia al tesoro con il GPS 50. Andare in canoa su un fiume

Mi sembrano dei bellissimi "progetti", per la mia Viola, allegra e temeraria, e con una mamma innamorata degli alberi! Chissà quanti di questi punti, dopo l'estate, potrò "spuntare" per lei! :)

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E' il mese del mio compleanno!

E questa poesia mi rappresenta tantissimo in questo momento in cui non ho desideri materiali, ma solo voglia di tempo e di emozioni.

Io non ho bisogno di denaro ho bisogno di sentimenti di parole di parole scelte sapientemente di fiori detti pensieri di rose dette presenze di sogni che abitino gli alberi di canzoni che facciano danzare le statue di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia questa magia che brucia la pesantezza delle parole che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

(Alda Merini)

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Kids Day

Maggio è il mese in cui una importante multinazionale, a cui ormai voglio decisamente bene, dedica un giorno intero ai bimbi di tutti i dipendenti, facendoli entrare negli uffici, lasciandoli giocare nella sala riunioni più bella, liberando una creatività ed un entusiasmo che non possono che fare del bene a tutti! Ecco un lavoro, fatto dalla bimba di una dipendente, con alcuni pezzi di stoffa che sono un po' la storia del brand, che trovo non solo bellissimo, ma molto "intonato" al mio blog dedicato ai progetti ed agli alberi!

albero

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E' il primo di aprile...

... ma, vi prego, ditemi che non è un "pesce d'aprile"!

sushi

Intanto io faccio outing perché ormai è diventato ufficiale: ho certamente una dipendenza da post-it, devo solo trovare un modo, che sia in un corso di Project Management, o in un corso di Lean Thinking, di usare questa forma. :)

Sono ben accetti i consigli!!!

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A day for the Righteous!

giusti

I Giusti hanno salvato l’onore dell’Europa ai tempi della Shoah: in un’epoca dominata dagli ignavi e dagli assassini, ci hanno permesso di non disperare dell’umanità, perché non hanno esitato a rischiare la vita per salvare altri esseri umani. In Francia, in Italia, in Polonia, nella stessa Germania, dovunque in Europa ci sono stati uomini e donne che hanno nascosto, protetto, sottratto migliaia di ebrei alla furia nazista.

I Giusti hanno agito anche in altre situazioni, opponendosi al genocidio armeno, aiutando le vittime in Rwanda, in Cambogia o durante la pulizia etnica in ex-Jugoslavia.

I Giusti sono anche gli uomini e le donne che hanno difeso la dignità e la libertà nei regimi totalitari, che hanno denunciato il gulag e che, con il loro coraggio, hanno permesso la riunificazione dell’Europa.

Tali esempi possiedono un valore universale, ci ricordano incessantemente gli atti di queste persone, ci esortano a coltivare la loro eredità e la loro convinta opposizione a ogni forma di razzismo e di discriminazione su basi etniche, sociali, politiche e religiose.

L’azione di questi Giusti si erge a monito contro le persecuzioni e per la prevenzione dei genocidi in tutto il mondo.

Nella realtà violenta che ci circonda, ricordare l’azione dei Giusti, rendere omaggio al Bene, mostrare che ogni individuo, per quanto umile, può compiere il gesto che salva un altro essere umano, ha un immenso valore educativo per i giovani d’oggi! Per queste ragioni facciamo appello all’Unione Europea e al Consiglio d’Europa affinché istituiscano una giornata dedicata alla memoria dei Giusti. I PROMOTORI MAREK HALTER, Scrittore e attivista per i diritti umani, PIETRO KUCIUKIAN, Console onorario d’Armenia in Italia e GABRIELE NISSIM, Storico, saggista e Presidente di Gariwo, la foresta dei Giusti

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Alberi

A volte le cose belle si nascondono in luoghi inaspettati. Come questo albero, a metà mattina in un'aula di gennaio, che sembra un po' la storia della mia vita, a cavallo tra il naif dei fiori e la tecnologia dell'iPhone.

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Fiori, penna e telefono gentilmente offerti da Antonio Serpe di Fnac. :)

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Bello iniziare il 2012 così!

Quando un HR Director ti fa una "sorpresa" così, intelligente, affettuosa e simpatica, vuol dire che tutto va molto bene, giusto? :)

Magic Evolution, prima società di formazione per fate in Italia, cerca una/o:
TINKER BELL MANAGER
OBIETTIVI E RUOLO
Il/la candidato/a, facendo riferimento direttamente alla Fata dei Mestieri, si occuperà, della definizione, sviluppo e coordinamento dei corsi erogati da Magic Evolution con l’obiettivo di creare un bosco armonico, fresco, ecologico (il motto del nostro fondatore era infatti ‘stay wood, stay magic’)
Le responsabilità primarie della posizione saranno la programmazione delle nuove proposte formative dedicate ai corsi, interni ed esterni al bosco e la gestione delle relazioni con i formatori (api, porcellini, maghi ed elfi).
Infine, al candidato sarà affidata la gestione dell’organizzazione di possibili nuovi progetti in attivazione primaverili ed autunnali, con un focus specifico sul management del Natale in coordinamento con il Polo Nord e rispettando i budget previsti dal Comitato Esecutivo della Foresta.
Sono previste trasferte in Italia legate alla necessità di presenziare ai corsi direttamente in loco, è previsto un rimborso a piè di lista legato all’usura di ali, manici di scopa, chiavistelli, randelli per i casi più disperati.
FORMAZIONE
Si richiede laurea, preferibilmente in materie faunistiche.
PROFILO RICHIESTO
Il profilo ricercato è quello di una persona che ha maturato  esperienze di responsabilità e coordinamento  preferibilmente all’interno di un bosco, anche come assistente Fata, svolgendo compiti di progettazione, erogazione e promozione di interventi formativi e festival autunnali. Inoltre, è  gradita provenienza da contesti  strutturati e dinamici (foreste di dimensioni medio-grandi, possibilmente nordiche).
Completano il profilo il possesso di doti magiche, di PM (polvere magica) ed una spiccata predisposizione nel mantenimento di pubbliche relazioni.

Ed allora io sorrido, spolvero le ali da fata e rispondo all'annuncio...

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To lead or not to lead?

Il mistero della leadership, vexata quaestio. Molti formatori, da qualche anno a questa parte, nell'affrontare i temi gestionali e comportamentali, cercano spunti di riflessione e risposte nella letteratura, nel cinema, nelle favole, costruendo quello che ormai è l’ambito dello Humanistic Management.

Uno degli autori più vicini ai temi manageriali è Shakespeare. Le sue opere presentano, al centro della vicenda, l’ascesa e la caduta di un personaggio centrale impegnato nella conquista di un regno, ed offrono lezioni sulle modalità con cui i leader organizzavano la loro ascesa e su come i loro fallimenti ne acceleravano la caduta.

Sono storie che raccontano di leadership.

Nei testi di Shakespeare spesso ci si chiede chi è la persona più qualificata per gestire sia i privilegi sia le responsabilità dei ruoli di comando: da questo punto di vista, l’Amleto è esemplare.

Numerosi personaggi reclamano leadership ed il diritto al trono dei danesi: Amleto, Claudio, Laerte e Fortebraccio. Ognuno di loro prospetta un modello di leader diverso, fondato sul possesso di qualità specifiche: la tensione etica e la profondità di ragionamento analitico in Amleto, il freddo cinismo ben nascosto dall’ottima gestione delle relazioni in Claudio, la passionalità e il senso dell’onore in Laerte, il coraggio e la capacità realizzativa in Fortebraccio.

Il mistero della leadership, vexata quaestio. Molti formatori, da qualche anno a questa parte, nell'affrontare i temi gestionali e comportamentali, cercano spunti di riflessione e risposte nella letteratura, nel cinema, nelle favole, costruendo quello che ormai è¨ l'ambito dello Humanistic Management.

Uno degli autori più vicini ai temi manageriali è Shakespeare. Le sue opere presentano, al centro della vicenda, l'ascesa e la caduta di un personaggio centrale impegnato nella conquista di un regno, ed offrono lezioni sulle modalità con cui i leader organizzavano la loro ascesa e su come i loro fallimenti ne acceleravano la caduta.

Sono storie che raccontano di leadership.

Nei testi di Shakespeare spesso ci si chiede chi è la persona più qualificata per gestire sia i privilegi sia le responsabilità dei ruoli di comando: da questo punto di vista, l'Amleto è esemplare.

Numerosi personaggi reclamano leadership ed il diritto al trono dei danesi: Amleto, Claudio, Laerte e Fortebraccio. Ognuno di loro prospetta un modello di leader diverso, fondato sul possesso di qualità specifiche: la tensione etica e la profondità di ragionamento analitico in Amleto, il freddo cinismo ben nascosto dall'ottima gestione delle relazioni in Claudio, la passionalità  e il senso dell'onore in Laerte, il coraggio e la capacità realizzativa in Fortebraccio.

Amleto, il Filosofo analitico

Amleto è il legittimo erede al trono, ma si dibatte fra gravi difficoltà determinate dal suo essere essenzialmente portato all'astrazione ed alla poesia, mentre invece si trova coinvolto in una situazione che richiede senso pratico e sangue freddo. Eppure, come leader ha sicuramente dei punti forti: è bello, è colto, è un raffinato analista, è amato dal popolo, ha quindi carisma. Non da ultimo, è dotato di "pensiero laterale", come dimostra la trovata ingegnosa della messa in scena che svela le colpe di Claudio. Tuttavia, evidenzia delle lacune sul piano dell'efficienza e, nel confronto con la personalità del padre morto, si trova decisamente perdente. Questi limiti appaiono soprattutto nei celebri monologhi, in cui Amleto si arrovella senza mai risolversi all'azione; e anche quando l'occasione sembra presentarsi favorevolmente, la manca, come accade nel momento in cui, ormai certo della colpevolezza di Claudio, pur sorprendendolo inerme, ne rimanda l'uccisione.

Ciò che Shakespeare mette in evidenza è il lato oscuro del potere. Amleto è un giovane principe di eccezionale intelligenza e sensibilità : ma, ci dice Shakespeare, il potere assoluto richiede la capacità  di commettere azioni che spesso sono difficilissime da compiere. Per Amleto, la scoperta di questa verità  è dolorosa e tutta la sua vicenda interiore può anche essere letta come un continuo evitare il lato oscuro del potere, un tentativo disperato di raccogliere prove della sua irrealtà , un esitare terrificato di fronte ad esso.

Claudio, il politico cinico

Ma se la rettitudine di Amleto non porta a una leadership convincente, certo il cinico antagonista Claudio risulta ugualmente inadatto al ruolo di re. Egli non solo usurpa il titolo con mezzi illegittimi, ma dimostra anche una accentuata propensione al bere e alla lussuria: non possiede inoltre l'autorevolezza del fratello più anziano da lui assassinato. In compenso, è eccezionalmente abile nel manipolare le situazioni, placare gli animi, prendere e far prendere agli altri decisioni a lui favorevoli: tanto che alcuni critici stimano Claudio molto più indicato per il ruolo di sovrano rispetto al legittimo erede Amleto.

Di questo avviso non è però Shakespeare, che lo condanna innanzitutto per la mancanza di reali scrupoli morali, il totale egoismo, il disinteresse nel perseguire fini superiori. Ciò che conduce veramente alla rovina Claudio è il considerare le persone solo come oggetti, strumenti di cui servirsi. La conseguenza è l'incapacità  di scegliere validi collaboratori. Personaggi minori come Gertrude, Rosencrantz, Guildenstern sono le persone di cui ama circondarsi. Egli le plagia a suo piacimento senza rendersi conto che non possono offrire contributi di pensiero critico e quindi valore aggiunto. Il massimo grado di abiezione e servilismo è rappresentato dal più fido consigliere di Claudio, dal suo "Direttore del Personale", Polonio. Certo non è, insomma, il campione di una classe dirigente in grado di sorreggere, integrandolo e correggendolo, il dominio del sovrano! Ed è lo stile di leadership di Claudio, come da molti manager di oggi, a impedire la crescita di persone che lo aiutino a operare, pur sapendo mantenere la necessaria dualità  dei ruoli di capo, da una parte, e collaboratore, dall'altra.

Laerte, l'ingenuo impulsivo

Con un consigliere come Polonio, la sorte di Claudio è segnata, così come lo è quella di Laerte. Eppure, dopo la morte del padre, si conquista le simpatie del pubblico e ha la possibilità, uccidendo Claudio, di realizzare una vendetta che lo potrebbe portare sul trono. Tuttavia fallisce, anche se non è privo di qualità. Pur essendo un cortigiano in erba, infatti, non dimostra il servilismo del padre: è inoltre orgoglioso, sincero e rispettoso del codice d'onore. Ma è anche un impulsivo e finisce per farsi coinvolgere nelle criminali macchinazioni rivolte contro Amleto. Istigato da Claudio, Laerte arriva persino ad accettare il trucco meschino della spada avvelenata, di cui del resto, per contrappasso, rimarrà vittima.

E' dunque l'ingenuità il punto debole di Laerte, assieme alla maniera disordinata con cui vive la propria passione per le forme più esteriori dell'onore. Egli è una vittima delle proprie illusioni, si muove sulla superïficie, non presta attenzione ai dettagli, cambia continuamente idea e piano di azione, laddove il buon leader sa predisporre con cura tutto ciò che può consentirgli il successo, cercando di prevenire ogni ostacolo, pur preservandosi ampi spazi di manovra da utilizzare con la massima flessibilità. Laerte è a suo modo un innocente come la sorella (il nome Ofelia deriva da una parola greca che significa appunto "senza colpa") che, nel confronto con la dura realtà del potere, impazzisce: in definitiva può essere paragonato, come fa Polonio all'inizio della tragedia parlando di Ofelia, a un uccello caduto in una trappola predisposta da cacciatori molto più abili e smaliziati.

Fortebraccio, il guerriero coraggioso

L'analisi shakespeariana giunge così alla conclusione che l'unico modello possibile di sovrano è quello rappresentato dalla figura di Fortebraccio. Il principe di Norvegia è un corretto, ambizioso uomo militare, che nella tragedia appare solo tre volte.

Sembra che il principale ruolo di Fortebraccio sia quello di evidenziare, per contrasto, i tratti della sovranità e della leadership che mancano ad Amleto. Come Amleto, infatti, Fortebraccio è il nipote di un sovrano regnante, ma, diversamente dal danese, va in cerca di nuove conquiste, cui si dedica con determinazione, energia ed entusiasmo, riuscendo a ottenere una rapida vittoria sui polacchi.

In definitiva, il totale ripiegamento su se stessi è un difetto imputabile a Claudio (sotto forma di egocentrismo), Amleto (come esasperata tendenza all'ntrospezione), Laerte (sopraffatto dai propri confusi ideali).

Non è però una caratteristica di Fortebraccio, la cui apertura al mondo si esplica in una abilità  realizzativa, per la quale, secondo Shakespeare è forse lui, se non il migliore, il meno peggiore dei sovrani possibili.

Detto ciò, anche lui ha dei punti deboli: per esempio, è del tutto incapace di comprendere i sentimenti degli altri. Tale incapacità  emerge nelle battute finali, quando Fortebraccio ordina che per Amleto siano disposti funerali militari, davvero molto lontani dai desideri e dalla personalità del principe danese!

Un leader che deve imparare ad ascoltare, dunque, e che, come tutti i leader, non deve mai smettere di crescere e aver voglia di migliorare.

Bisognerà  aspettare di leggere l'Enrico V per avere in scena l'unico leader eroico e di successo che Shakespeare abbia mai creato: un leader che raggiunge il successo perché non è un eroe a una sola dimensione, ma un uomo che si rende conto che per diventare un buon re deve imparare il modo per esserlo. Un leader che, per riuscirci, sa di non aver bisogno di guardare agli altri re, ma di rivolgersi ai suoi futuri sudditi.

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Il caso e l'arte del non fare

workshop-corraini

Ecco un workshop bellissimo al quale cercherò di non mancare!

Il titolo è già meraviglioso, i contenuti non possono essere descritti nel dettaglio perché guiderà "il caso", con le mille connotazioni che il tema del "pensiero laterale" e della flessibilità potranno creare.

Demian Conrad ha studiato comunicazione visiva e pensiero laterale con Edward de Bono, il "papà" ufficiale dei "sei cappelli del pensiero". Oggi lavora a Losanna, ma per questo workshop sarà in un luogo che, lo dico da anni, è magico e crea magie. :)

Allora, tutti ad iscriversi!!!

sabato 26 novembre dalle 10.00 alle 18.00 Libreria 121+via Savona 17/5 Milano

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Quante cose so fare!

Agenda alla mano, in questo periodo in cui, tra le mille cose da fare, sto imparando come si fa la mamma... Non so se so farlo, ma so che questo laboratorio mi piace tantissimo, fin dalle parole scelte per presentarlo:

Quante cose sapete? e quante cose sapete fare? so ascoltare la pioggia so che una formica può trasportare un'enorme fragola sulla schiena so parlare pianissimo so che un libro si sfoglia con le dita e che una torta per cuocere ci mette una vita ma sappiamo disegnare incollare e raccontare tutto questo? proviamo..

A Roma, il 12 novembre, ore 11.00 da Città del sole, in via Appia Nuova 401.

Se non si riesce a partecipare, anche solo leggere il libro è molto bello!

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Buone vacanze!

ilbaronerampante

A luglio sono in vacanza, con la mia bimba di nome Viola, alla ricerca di idee e di alberi da fotografare, e con la borsa pesante di libri e di creme doposole che poi non uso mai...

Anch'io vorrei vivere sugli alberi ogni tanto, come fa Cosimo de "Il Barone Rampante" di Calvino.

"Insomma, c'erano anche da noi tutte le cause della Rivoluzione francese. Solo che non eravamo in Francia, e la Rivoluzione non ci fu. Viviamo in un paese dove si verificano sempre le cause e non gli effetti" [...]

Una storia molto attuale! :)

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Brain Calling Fair 2011

L'anno scorso, per la prima edizione di questo evento, mi sono innamorata dell'idea e dei risultati, sperando con tutta me stessa che si potesse replicare in futuro. Ed eccomi qui, ad un anno preciso di distanza, a ricordare la possibilità di partecipare alla seconda edizione.

Brain Calling Fair è una iniziativa di American Chamber of Commerce in Italy, patrocinata anche dal Politecnico di Milano, che si svolgerà il prossimo 13 e 14 maggio a Milano, negli spazi di Palazzo delle Stelline.

Obiettivo di Brain Calling Fair è quello di favorire l'incontro tra imprese e candidati - giovani e meno giovani - per uno scambio virtuoso di idee, professionalità ed esperienze.

I candidati avranno la possibilità di sottoporre le loro idee o progetti direttamente alle grandi aziende protagoniste del mercato mondiale.

La partecipazione è gratuita e aperta al pubblico. :)

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