Virtual Teams

Il concetto ed il significato di gruppo di lavoro è cambiato, assecondando e seguendo i cambiamenti delle organizzazioni, gli assetti strutturali e le modalità di lavoro e di interrelazione. La tecnologia che supporta queste nuove tipologie di team spesso è all'altezza, ma non sempre è del tutto utilizzata ed accompagnata da un altrettanto sforzo di cambiamento culturale, che fisiologicamente ha tempi e modalità diversi per attuarsi con successo.

Come lavorare, dunque, in questo ambiente diverso? E come far collaborare, quindi, le persone che lavorano nei nuovi team?

Una bella idea è quella di usare, con creatività, tutte le possibilità offerte dal web 2.0. Un esempio? JustWrite! Io lo trovo fantastico come project work per i gruppi virtuali...

Qui costruiamo, insieme, un collage: tanti spaccati di un unico racconto scritto in momenti diversi, da persone diverse, con idee diverse.

Un'idea semplice, immediata e divertente: un racconto, non ancora scritto che va a formarsi attraverso i contributi degli utenti che, uno dopo l'altro, sviluppano la trama.

Qualcuno lo comincerà, molti lo continueranno e, forse, qualcuno riuscirà a concluderlo. Questa storia è di tutti e per tutti, senza pretese, senza barriere, senza pregiudizi e senza peli sulla lingua.

(tratto dal sito http://justwrite.keydes.com)

Penne in spalla, si parte! :)

Una lezione di statistica

Chi mi conosce sa che, prima o poi, avrei trovato il modo per infilare la letteratura anche nel seriosissimo modulo di statistica del Project Quality Management! Ma che sarebbe stato qualcosa di così divertente non me lo sarei aspettata nemmeno io! :)

Sai ched'è la statistica? È na' cosa che serve pe fà un conto in generale de la gente che nasce, che sta male, che more, che va in carcere e che spósa.

Ma pè me la statistica curiosa è dove c'entra la percentuale, pè via che, lì,la media è sempre eguale puro co' la persona bisognosa.

Me spiego: da li conti che se fanno seconno le statistiche d'adesso risurta che te tocca un pollo all'anno:

e, se nun entra nelle spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perch'è c'è un antro che ne magna due.

(Trilussa, La statistica)

Time Management alternativo!

Su una rivista scientifica di qualche giorno fa, ho trovato un articolo piuttosto affascinante sulla percezione del trascorrere del tempo. Pascal Wallish, l'autore dell'articolo, illustra quanto il nostro senso del tempo sia a volte fallace, e come la percezione del suo trascorrere non possa che essere imprecisa.

[...] E' possibile che non si arrivi mai a sapere davvero per quale motivo l'evoluzione ci abbia dotato di molti sensi altamente affidabili, vere e proprie meraviglie di ingegneria neurale, per poi lasciarci un senso del tempo così suscettibile alle distorsioni.

Ma anche se le spiegazioni evolutive sono spesso speculative, voglio proporre una possibile ragione. Ogni secondo che passa è una risorsa finita di opportunità nella vita di un organismo. Se per sopravvirere devo raccogliere cibo, e trascorro ore intere senza mettere insieme qualcosa per la cena, il lento passaggio dei momenti di noia mi spingerà a darmi da fare. D'altra parte, se troverò cibo disponibile ovunque, le ore passeranno rapide, e continuerà allegramente a riempire il mio sacco. E' plausibile che questo senso del tempo elastico aiuti gli animali a gestire le loro attività meglio di quanto potrebbe fare un senso più esatto.

E' un'ipotesi su cui potreste aver voglia di riflettere, la prossima volta che avrete un po' di tempo da perdere. [...]

Che sia questa la migliore strategia di gestione del tempo? Ha ragione Wallish: vale la pena rifletterci.

E, mentre rifletto, pubblico la foto di un cartello aziendale che mi ha molto divertito, e che ho sempre pensato di inserire, prima o poi, in un post sul Time Management, pensando a tutti noi che corriamo ogni istante! La foto è stata fatta in un reparto produttivo di una importante multinazionale, nel settembre del 2009... anche se, per l'aria demodé potrebbe benissimo trattarsi di qualche decennio fa!

time management

Il nostro iceberg si sta sciogliendo!

E' ormai da un po' di tempo che nei miei corsi di Change Management utilizzo il modello di John Kotter, docente della Harvard Business School e grande studioso di cambiamento organizzativo. In particolare, mi piace iniziare leggendo un brano o due del suo libro "Il nostro iceberg si sta sciogliendo", una favola che fa sua la storia di una colonia di pinguini per costruire una bellissima metafora, davvero molto attuale nel mondo del management. I personaggi del racconto - Fred, Alice, Louis, Buddy, il Professore e NoNo - sono molto simili alle persone con cui entriamo in contatto quotidianamente, persino a noi stessi.

La loro è una storia vera di resistenza al cambiamento e di gesti eroici, di confusione e di intuizione, di ostacoli quasi insormontabili e di tattiche ingegnose per affrontarli.

Spesso mi chiedono il perché della scelta dei pinguini. A me piace rispondere ricordando che questa specie di uccelli straordinari ha un percorso evolutivo difficile ed emblematico, unico e coraggioso, all'interno di un ambiente freddo e ostile. La forma e le dimensioni sproporzionate del corpo dei pinguini sono il frutto della necessità e dell'evoluzione, il simbolo della sfida raccolta e vinta, per risparmiare energie e calore. Ma non solo. I pinguini sono uccelli che hanno imparato a nuotare, agili e veloci. I pinguini sono uccelli che hanno imparato a marciare per lunghissimi tratti, in una lotta contro il tempo e lo spazio, per non morire quando le condizioni climatiche portano allo scioglimento del loro iceberg.

Non ho mai avuto dubbi sul valore della metafora di John Kotter, ma quale sorpresa, oggi, nel leggere che i cari pinguini sono ancora una volta in ballo con un ambiente instabile...

pinguini in pericolo

Come faccio a spedire ai pinguini di Magellano una copia del libro dei loro "parenti" dell'Antartide? :)

"Oi barbaroi"

Lo voglio dire nel modo più semplice. Qualsiasi cosa stia accadendo, quando abbiamo percepito la spina nel fianco di una qualche razza, la mossa che abbiamo scelto di fare è stata alzare una Grande Muraglia. Apparentemente lo abbiamo fatto per difenderci. E siamo tuttora convinti in buona fede che sia per quello. E celebriamo il domestico eroismo di chi la difende ogni giorno, e di chi la costruisce, ottusamente, per migliaia di chilometri. Neanche la constatazione, facile, che quel muro non ha minimamente ridotto le razze, ci fa cambiare idea. Continuiamo a perdere pezzi, eppure il grottesco spettacolo di eleganti ingegneri affaticati dietro alla costruizione del muro continua a sembrarci lodevole. Ma la verità è che non stiamo difendendo un confine: lo stiamo inventando. Ci serve quel muro, ma non per tenere lontano quel che ci fa paura: per dargli un nome. Dove c'è quel muro, noi abbiamo una geografia che conosciamo, l'unica: noi di qua, e di là i barbari. (Alessandro Baricco, I Barbari)

9 novembre

Questa è una di quelle date che mi piacciono davvero. Da due ore leggo i diversi articoli sulla caduta del Muro di Berlino, e non posso non pensare alla storia di questa città, così colpita dalla combinazione della tragedia nazista e del regime comunista che l'ha divisa in due per anni.

Leggo che oggi, alla Porta di Brandeburgo, "il Muro cadrà di nuovo: più di mille parallelepi­pedi di polistirolo alti due metri e mezzo, dipinti da artisti ma soprattutto da giovani studenti, sono stati installati da due giorni, pronti a cadere verso sera in un effetto domino che passerà per il Reichstag, la Porta di Brandeburgo, il memoriale all'Olocausto e arriverà nella Potsdamer Platz".

Bello.

E per associazione, oggi mi sono ricordata di un progetto che avevo scoperto qualche anno fa. E in questo blog, che parla di progetti, di alberi, e di cose miste, racconto di cosa si tratta.

C'è un sito, c'è la storia di Anne Frank, e c'è una comunità molto speciale composta da persone e scuole che credono nel rispetto reciproco e nella libertà, senza distinzione di provenienza, di religione o di opinione politica.

Anne Frank guardava spesso dalla finestra della soffitta il castagno nel cortile dietro il nascondiglio e lo descriveva anche nel diario. Oggi l'albero, che ha più di 150 anni, è malato, ma on-line continua a vivere. Il 1° febbraio 2006, nella Casa di Anne Frank, Emma Thompson ha inaugurato l'Albero di Anne Frank. L'attrice ha posato la prima foglia sull'albero e ha parlato del legame personale che la unisce ad Anne Frank. Da allora, ogni persona può posare la propria foglia sul castagno virtuale, realizzato utilizzando immagini dell'albero vero, e può scrivere un messaggio che parli di sé e mantenga in vita gli ideali di Anne Frank.

Ed ecco la mia foglia, lasciata il giorno in cui ho scoperto il progetto.

alberoAnneFrank

www.annefranktree.nl

Ciao Alda!

Che come me amavi gli alberi.

Tu non sai

Tu non sai: ci sono betulle che di notte levano le loro radici, e tu non crederesti mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni.

Pensa che in un albero c'è un violino d'amore. Pensa che un albero canta e ride. Pensa che un albero sta in un crepaccio e poi diventa vita.

Te l'ho già detto: i poeti non si redimono, vanno lasciati volare tra gli alberi come usignoli pronti a morire.

(Alda Merini)

Business behind the magic!

Disney Institute "Se puoi sognarlo, puoi farlo". Walt Disney ha sempre saputo stupirmi, e mi ha sempre insegnato qualcosa. Ma da ieri sera, il mio sogno di partecipare ad un corso di formazione, questa volta seduta tra i partecipanti, può realizzarsi nella bellissima cornice del Disney Institute, il centro di eccellenza nella formazione al business che, negli Stati Uniti, da anni raccoglie strepitose esperienze e case histories.

Ci sono corsi e percorsi organizzati per topics: leadership excellence, people management, quality service, brand loyalty, inspiring creativity, e così via... Ci sono più formule: webinars, corsi di uno o più giorni, o percorsi da creare e personalizzare secondo i propri bisogni. Ci sono infine location diverse, anche in Europa!

E ci sono io, che sorrido organizzando, non solo un viaggio questa volta, ma anche il mio futuro corso sulla creatività e che non vedo l'ora di imparare giocando. L'ho sempre sognato, posso farlo.

Agenda

Il World Business Forum è un evento molto importante per la business community internazionale, ed anche quest'anno ospita un'ampia platea di executive e manager. Durante le due giornate del World Business Forum più di 3000 manager si incontrano per confrontarsi sulle tematiche di business strategiche.

Tra i diversi workshop, segnalo quello organizzato da Lumen, che tratterà il tema del Green Marketing, una strategia orientata all'eco-sostenibilità e all'ecologia, oggi attualissima in ogni settore merceologico.

Tra i relatori, un ospite di altissimo prestigio: Rejandra Pachauri, Premio Nobel per la Pace 2007 e attuale "guru" del Green Marketing, che racconterà il suo punto di vista sull'utilizzo di materiali e strategie eco-sostenibili nell'ambito della creatività applicata al consumer e al corporate branding.

Un incontro quindi per approfondire ad alto livello il tema della creatività e dell'innovazione dal punto di vista dell'ecologia applicata al management e alla comunicazione corporate.

Da segnare in agenda: Milano, 28-29 ottobre 2009. :)

Una lezione 'sui generis'

Buon ritorno a tutti, con una poesia di Jacques Prevert che sembra scritta per il mio logo! :)

Anzitutto dipingere una gabbia con la porticina aperta dipingere quindi qualcosa di grazioso qualcosa di semplice qualcosa di bello qualcosa di utile per l'uccello appoggiare poi il quadro ad un albero in un giardino in un bosco o in una foresta nascondersi dietro l'albero silenziosi immobili. A volte l'uccello arriva presto ma può anche impiegare degli anni prima di decidersi. Non scoraggiarsi attendere attendere se è il caso per anni la rapidità o la lentezza dell'arrivo non ha nessun rapporto con la riuscita del quadro. Quando l'uccello arriva se arriva osservare il più profondo silenzio aspettare che l'uccello entri nella gabbia e quando è entrato chiudere dolcemente la porta col pennello poi cancellare una dopo l'altra tutte le sbarre avendo cura di non toccare nessuna piuma dell'uccello. Fare quindi il ritratto dell'albero scegliendo il ramo più bello per l'uccello dipingere anche il verde fogliame e la frescura del vento il pulviscolo del sole e il fruscio delle bestie dell'erba nella calura estiva e poi aspettare che l'uccello si decida a cantare.

(Jacques Prevert, Per fare il ritratto di un uccello)

Io ci sarò!

Amo i lego, e si sa. Amo la natura, e si sa. Amo i progetti sostenibili, il "green project management" che oggi inizia a far capolino anche nelle realtà italiane. Amo gli eventi originali, colorati, poco mondani, e domani non posso certo mancare al "Lego Building Happening", alla Loggia dei Mercanti di Milano, per concludere il Ragnarock Nordic Festival di quest'anno.

Di cosa si tratta?

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Ragnarock è una associazione no-profit fondata con l'intenzione di sviluppare lo scambio interculturale, usando diverse forme di arte e di politica come linguaggio di comunicazione. Tra le tante iniziative, il Ragnarock Nordic Festival, nato nel 2007, è un evento incentrato sulla cultura nordica, per promuovere in Italia le "best practices" di quei paesi, in particolare sui temi ambientali.

Di questi temi si sente tanto parlare, e moltissimi lavorano bene, ma in questo evento, oltre alle buone intenzioni ed alle buone idee, c'è una leggerezza ed un'apertura all'innovazione che me lo rendono caro.

Domani, poi, in programma l'evento conclusivo del Ragnarock Nordic Festival, dove migliaia di mattoncini LEGO saranno a disposizione di tutti coloro che vorranno costruire la loro città ideale, per approfondire in modo divertente ed immediato i temi che ispirano l'edizione 2009 del Festival: il problema della produzione di Co2, le energie rinnovabili ed i cambiamenti climatici.

Le costruzioni più originali verranno fotografate e le foto saranno inviate in Danimarca ed utilizzate durante la Conferenza Mondiale sui Cambiamenti Climatici che si terrà il prossimo dicembre a Copenaghen come simbolo dell'interesse verso l'ambiente dimostrato da Milano.

Io ci sarò, dicevo, con la mia macchina fotografica e la mia meravigliosa collana nuova, e con lo sguardo attento per vedere se incontro qualcuno dei partecipanti ai miei corsi, magari con il "suo" famoso mattoncino nella tasca.

Anche questo, sarebbe un bel progetto per usare quel mattoncino... ;-)

Per chi ama Sherlock Holmes!

"Ero appena tornato al 221B di Baker Street, dopo le mie solite visite ai pazienti, e trovai Holmes che guardava fuori dalla finestra. Notai che era particolarmente nervoso e, mentre osservava con attenzione la strada, mordicchiava il bocchino di una pipa spenta. "Buonasera Holmes!", dissi. Non ci fu risposta e non ne rimasi sorpreso. Conoscevo Holmes da tempo e sapevo che quando era impegnato nei suoi pensieri si isolava dal mondo. Mi sedetti sulla poltrona affianco al camino e dopo qualche minuto di silenzio si avvicinò e mi mostrò un telegramma: "Signor Holmes. Urgente bisogno di incontrarla. Stasera Baker Street ore 8. Paul Pillow". "Allora sarà qui a momenti", feci notare. "Conosce questo Pillow?" "No", mi rispose. "Eccolo. Dovrebbe essere quell'uomo che si sta avvicinando alla nostra porta". Un secondo dopo udimmo il suono del campanello, seguito da dei passi che salivano le scale. Holmes, impaziente, aprì la porta. "Buonasera signor Pillow" "Ecco qui Sherlock Holmes! Buonasera a lei e piacere di conoscerla", esclamò entusiasta il nostro ospite. Dopo averlo fatto accomodare, mi presentai. Ormai molti mi conoscevano come il biografo ufficiale del mio amico investigatore. L'uomo che si presentò a noi era giovane, basso, con una barba non molto elegante. Appariva comunque come una persona curata ed era visibilmente emozionato. Holmes, senza perdere tempo, iniziò con le sue solite domande: "Mi dica. A cosa dobbiamo questo incontro?" "Mi chiamo Paul Pillow. Sono un lettore delle sue imprese e, appena sono passato da Londra, ho voluto a tutti costi conoscerla. Ci tengo anche a ringraziare il Dottor Watson che, grazie ai suoi scritti, mi ha permesso di scoprire lei e le sue tecniche prodigiose". Holmes apparve deluso. "Quindi lei è qui solo per conoscermi? Non ha nessun caso, furto o delitto da sottopormi?" "No", rispose imbarazzato il nostro ospite. Holmes scoppiò in una fragorosa risata. "Lei Watson mi manderà in rovina con questa sua passione per la scrittura! E perché mai un giovane come lei dovrebbe essere interessato alle mie vicende?" "Signor Holmes, lei non lo sa, ma le sue strategie mi sono molto utili sul lavoro" "Ah già! Lei è un formatore". Pillow apparve sorpreso "Come lo sa?" "Elementare. Lei è a Londra di passaggio: i numerosi biglietti del treno che escono dalla tasca significano che lei è una persona che viaggia molto. Sulla giacca, poi, ha i segni di un badge giornaliero. Ha visibili occhiaie, sintomo di lunghe notti passate a studiare, un grande orologio per non perdere mai di vista l'ora ed è vestito in modo elegante ma non ricercato. Inoltre ha le mani sporche d'inchiostro di pennarelli, segnale di una persona che è abituata a scrivere su lavagne e lucidi. Ma soprattutto, lei non aveva niente di meglio da fare che venire a parlare con me. Quest'ultimo indizio, in particolare, denota una persona che spende il suo tempo in maniera molto originale. Quindi lei non può che essere un formatore: un professionista fuori dal comune". "Ciò che dicono sul suo conto è proprio vero! Ha un intuito eccezionale", sottolineò Pillow. "Mi dica: cosa fa esattamente un formatore? Per tante domande a cui ho dato risposta, questa mi è ancora irrisolta". "Un formatore è un facilitatore dell'apprendimento", rispose prontamente il giovane. "Facilitatore? Si spieghi meglio" replicò Holmes. "Come il dottor Watson si occupa del benessere fisico dei suoi pazienti, io mi occupo del loro benessere mentale e relazionale. Inoltre la mia e la sua professione, Holmes, sono simili: sia io che lei, infatti, aiutiamo le persone a trovare soluzioni". Nella mia mente aumentò la confusione. Non avevo assolutamente chiaro che mestiere facesse quel giovane sedutomi accanto, ma per galanteria né io né il mio amico, che appariva dubbioso quanto me, volemmo insistere su questo punto. Pillow proseguì. "E' proprio per le similitudini tra le nostre professioni che sono qui oggi. Vorrei chiederle alcuni chiarimenti sul suo modo di procedere nelle indagini". "Ah, lei mi vuole rubare il lavoro, Pillow!", sentenziò Holmes ironicamente. "Guardi, ho già abbastanza difficoltà nel mio. Poi lei sarebbe insuperabile". "Ciò che mi ha colpito dagli scritti del dottor Watson è il suo metodo da lei definito deduzione". "Esattamente" "Se lei permette, credo che si sbagli" Sobbalzai sulla sedia. In tanti anni passati a fianco del mio amico, non avevo mai sentito nessuno contestarlo in maniera così diretta. Holmes conservò la sua solita calma nell'attesa di sentire dove Pillow volesse arrivare. "Nel senso che il suo metodo è certamente efficace, ma non si può definire deduttivo. La deduzione è arrivare al particolare partendo dai concetti universali. Lei, invece, effettua più precisamente un abduzione, ovvero stabilisce ipotesi per spiegare alcuni fatti. Le sue affermazioni devono essere sempre verificate" "Infatti sostengo che la tentazione di formulare ipotesi premature sulla base di dati insufficienti è la rovina della nostra professione" "Giusto! Potrei anche affermare che è grazie ad un calcolo delle probabilità che lei alla fine trova delle certezze", continuò Pillow. "Interessante questa sua disamina", osservò Holmes. "Difatti", dissi io a sostegno delle ipotesi di Pillow, "ricordo il caso dei faggi rossi, quando affermò "Dati! Dati! Dati! Dati! Non posso fabbricare mattoni senza l'argilla" Holmes rimase in silenzio. Aveva trovato una persona intellettualmente alla sua altezza. Nonostante non trasparisse, notavo in lui una certa soddisfazione per questa discussione. Infatti aggiunse "Nelle mie indagini ho sempre sostenuto che è un errore capitale teorizzare prima di avere i dati. Senza accorgersene, si comincia a deformare i fatti per adattarli alle teorie, invece di adattare le teorie ai fatti" "Condivido questo pensiero. Nel mio lavoro di formatore mi capita spesso di dover riportare gli assunti teorici a casi concreti. I miei clienti hanno sempre bisogno di dati e casi su cui ragionare". "Pillow, è evidente che nel suo mestiere ha allora dei clienti molto intelligenti". "Ne sono convinto", disse il giovane, "la difficoltà sta nel fargli ricordare tutti i dati, le teorie e i casi che insieme analizziamo". Holmes fece una pausa e affermò: "Secondo me, in origine il cervello umano è come un attico vuoto che uno deve riempire con i mobili che preferisce. Uno sciocco assimila ogni sorta di ciarpame che gli viene a tiro, così che le nozioni che potrebbero essergli utili vengono spinte fuori o, nella migliore delle ipotesi, accatastate alla rinfusa insieme ad un'infinità di altre cose, di modo che ha difficoltà a ritrovarle. Un operaio abile, invece, sta molto attento a ciò che immagazzina nel suo attico. Non vi metterà altro che gli strumenti che possano aiutarlo nel suo lavoro, ma di questi strumenti ne ha un vasto assortimento, e tutti in perfetto ordine. E' sbagliato pensare che quella piccola stanza abbia pareti elastiche che possano allargarsi a piacimento. E' estremamente importante che le nozioni inutili non tolgano spazio a quelle utili". Al nostro ospite si illuminarono gli occhi e disse: "Holmes, sono certo che lei sarebbe stato un ottimo formatore. Oltre ad avere grandi competenze, riesce a trasmettere il suo sapere con delle metafore significative". "Pillow, su una cosa sono certo: amo questo mestiere e continuerò a farlo. Se però un giorno avesse bisogno di un consulto per questa sua cosiddetta formazione non esiti a chiamarmi" "Non esiterò. E' stato un piacere conoscerla. Ora vado perché domattina ho una lezione e devo ancora finire di preparare del materiale". Il nostro ospite, visibilmente soddisfatto della chiacchierata, si alzò e mentre lo accompagnavamo alla porta disse: "Holmes, parlerò di lei e dei suoi metodi ai miei colleghi. La ringrazio e vi auguro buona serata". Salutato il nostro curioso ospite, Holmes prese il violino, assorto nei suoi pensieri, ma con un sorriso di compiacimento per quell'incontro. Mentre mi alzai per andare in camera gli dissi: "Un personaggio affascinante quel Pillow, vero Holmes?" "Molto interessante, direi! Ma Watson, lei ha capito cosa fa un formatore?"

Una buonissima idea

Il carrello della spesa di Luxottica: pasta, olio e caffè ai dipendenti! Ecco una buona idea in ambito di welfare aziendale: 110 euro in beni alimentari per quasi ottomila dipendenti Luxottica saranno ritirati nei prossimi giorni nei punti vendita della Coop Trentino. Pasta, olio, caffè, parmigiano ed altri prodotti alimentari per un valore di 110 euro.

E' solo l'inizio.

In autunno l'azienda fornirà gratis ai figli dei suoi impiegati ed operai i libri di scuola. E poi borse di studio, asili nido, corsi di lingue e persino servizi di medicina specialistica. Questa storia che a prima vista potrebbe avere dell'incredibile è iniziata due anni fa. C'era preoccupazione tra gli imprenditori sulla perdita di potere d'acquisto dei dipendenti e alcuni decisero di elargire unilateralmente ad impiegati ed operai gratifiche una tantum.

Ma come funziona il programma welfare Luxottica? L'obiettivo è integrare il salario con una serie di benefit non monetari. Se il gruppo mettesse in busta paga 100 euro in più, ai suoi dipendenti ne arriverebbero solo 50 per effetto del cuneo fiscale. Se invece regala loro un carrello della spesa da 110 euro le "tute blu" ne risparmiano altrettanti ma all'azienda l'operazione costa molto meno, perché usando il suo potere contrattuale riesce ad ottenere un maxi-sconto dai fornitori.

Questo progetto ha qualcosa di speciale, io credo, e forse proprio per questo è riuscito a mettere d'accordo tutti: vertici aziendali, sindacati, dipendenti.

Un bel regalo di inizio estate, che solo in qualche caso la stampa ha citato...

Speech Support

Ho scoperto il lavoro e la professionalità  di Arianna Ruffinengo, che, attraverso le sue Comix & Videocomix (vignette e appunti in diretta), traduce in diretta in appunti colorati le parole della presentazione, immediatamente proiettate sullo schermo per sottolineare in modo simpatico e davvero efficace i punti chiave degli argomenti affrontati. Come farne a meno?! :-)

comix